di Salvo Barbagallo
Sono state immagini viste di sfuggita, quelle che mostravano giorni addietro una “pattuglia” di vacche agli ingressi del terminal dell’aeroporto di Catania Fontanarossa: i passeggeri che si trovavano in quei momenti a transitare in quegli spazi dello scalo etneo in partenza per le loro destinazioni, hanno osservato con curiosità l’inconsueto “spettacolo”, ma senza stupirsi più di tanto. A Catania, in Sicilia, infatti può accadere di tutto e, alla fine, non desta meraviglia il fatto inconsueto, così come non stupisce ciò che avviene quotidianamente sotto gli occhi di tutti. Ecco perché riteniamo emblematiche e anche “simboliche” quelle immagini scomparse dall’attenzione subito dopo essere state presentate sul web: quelle immagini possono rappresentare bene la situazione attuale (e non solo attuale) di una Sicilia senza una reale guida, dove chi sta bene continua a stare meglio, e chi sta male continua a stare peggio.
Tempi non esaltanti per i Siciliani, anche per loro dirette responsabilità pregresse: responsabilità ricadenti su chi ha partecipato attivamente (con il voto) all’ultimo rinnovo dei rappresentanti politici al governo della regione, responsabilità maggiori per chi ha rinunciato al diritto di esprimere la propria volontà (non andando a votare). Dal governo della Regione giungono soltanto notizie di instabilità e di avvicendamenti di nomi nelle Giunte che si sono succedute a ritmo costante, e non di concreta attività volta alla soluzione dei problemi che affliggono pesantemente la collettività. In Sicilia appaiono come una beffa, come una sfacciata presa in giro, le parole del premier nazionale Matteo Renzi quando sostiene “L’Italia cresce”: i Siciliani si chiedono “Quale Italia cresce?”, vedendo come l’Isola affonda nel degrado. Appaiono una presa per i fondelli le promesse “Il Ponte si farà”, quando non si riesce a fronteggiare il dissesto idrogeologico e le città (non solo Messina) restano permanentemente senza acqua. E poi, le vie di collegamento (non solo l’autostrada e la ferrovia Palermo-Catania) soggette per frane a interruzioni periodiche e prevedibili per progettazioni anomale e materiali carenti nelle costruzioni.
In Sicilia non fa Primavera qualche sporadico arresto per illeciti consumati sulla pelle della collettività. Gli scandali fanno scalpore solo per il battito d’ali di una farfalla: tutti sono consapevoli che in galera i cosiddetti “colletti bianchi” non ci restano a lungo (vanno quasi subito ai domiciliari). Chi sta al potere (politico o imprenditoriale) lo sa gestire bene e non viene smosso di un millimetro dalla poltrona che occupa.
La rassegnazione porta inevitabilmente a dimenticare già quel che accaduto il giorno prima, e quanto potrà accadere il giorno dopo non suscita interesse. Una situazione drammatica che coinvolge i più e non tocca i “privilegiati”, che sanno approfittare di tutte le opportunità che loro si presentano.
Passate in archivio le vicende che riguardano i migranti/profughi, come se dal Mediterraneo non giungesse più nessuno con i barconi della disperazione e, di conseguenza, poco si viene a sapere della vita nei centri di accoglienza, di chi ci guadagna e di chi ci specula. Tematiche come quelle che riguardano l’occupazione e la disoccupazione (dei giovani e dei meno giovani) sembrano lontane, come se non esistessero, tanto da poter dare ragione all’affermazione di Renzi “l’Italia cresce”. Seguendo questo andazzo si finirà con il credere che “il Ponte si farà” veramente. Nel contempo…
Nel contempo? E’ come partecipare da protagonisti e non da spettatori al non dimenticato dramma di Samuel Beckett “Aspettando Godot”, senza capire chi può essere il “Godot” di turno. E allora…
Allora, nessuno si è chiesto come le vacche “sacre” siano giunte indisturbate al Terminal dell’aeroporto di Catania e abbiano potuto scorazzare (altrettanto indisturbate) tra i viaggiatori increduli; e nessuno si è chiesto cosa poteva accadere se quelle vacche “sacre” invece di seguire quel loro itinerario “ vacanziero” fossero sbucate sulla pista dello scalo mentre atterrava un velivolo. Episodio emblematico di una “sicurezza” che non c’è neanche in uno dei siti che più controllato di altri dovrebbe essere, cioè l’aeroporto internazionale di Catania. Parliamo di quella “sicurezza” del presente e del domani che manca a tutti i Siciliani.
A conclusione: le vacche “sacre” (coloro che detengono il potere a qualsiasi livello, cioè) devono essere lasciate indisturbate e libere. Nella peggiore delle ipotesi, possono soltanto essere spostate da un posto all’altro, cioè da un ruolo all’altro, ma mantenendole integre nella loro realtà.